Il re e il suo
giullare – Un’autobiografia davvero “reale”.
Dopo aver recuperato il libro sulle sei mogli di Enrico
VIII, non potevo non interpellare il diretto interessato, o chi lo fa vivere in
modo magistrale, come Margaret George.
Scopro proprio adesso, in tempo reale, che ha appena pubblicato un romanzo su
un’altra delle mie eroine giovanili, Elisabetta I d’Inghilterra, la magnifica
figlia di Enrico VIII. Inutile dire che è già stato incorporato nella mia lista
nera, e lo aspettavo da tempo… Il re e il suo giullare uscì nel 1986, dopo
almeno quindici anni di lavoro e composizione continui, sostenuti da tre
soggiorni in Inghilterra e la lettura di fiumi di scritti dei contemporanei del
re. Una cattedrale di autobiografia: una definizione che sarebbe piaciuta all’Henry
Tudor, e al suo desiderio di compiere grandezze e di lasciare un ricordo
magnifico nella storia. Così avvenne…anche se per motivi diversi da quelli
agognati. In questo libro, vestiamo la carne di Enrico, parliamo la sua lingua
e pensiamo i suoi pensieri: in forma di diario scritto nei suoi ultimi giorni
di vita, ripercorriamo tutti gli eventi che l’hanno composta, dalla sua
primissima giovinezza vissuta accanto a un monarca che accidentalmente era
anche suo padre, fino agli ultimi respiri tormentati dall’incertezza di non
aver compiuto tutto il suo dovere, di avere sbagliato troppo, cambiato troppo, voluto
troppo. Siamo sotto i dieci anni e ci esaltiamo della futura carriera di
ecclesiastico (sicuramente cardinale), tutta da passare al servizio e alla lode
di Dio, che il nostro freddo padre calcolatore ha calcolato e progettato per
noi, che siamo il figlio secondogenito. Incontriamo una giovanissima Caterina d’Aragona,
fresca, dolcissima e inconsapevolmente sensuale, futura sposa del nostro
fratello maggiore ed erede al trono Arturo, e ce ne innamoriamo perdutamente,
smentendo così clamorosamente il fervore che pochi istanti prima riservavamo
solo a Dio. La seconda voce del libro, che parla in sottofondo e commenta la
nostra principale, è quella del buffone di corte, Will Somers, che riporta il
distacco oggettivo dell’osservatore lontano su alcuni avvenimenti particolari
che bruciarono più a fondo nello spirito di Henry. E che spesso servono a
riportare noi, lettori, alla nostra dimensione di osservatori lontani nei secoli
e nei luoghi, alleviandoci la fatica di impersonare il re, e anche un re
intenso e complicato come questo. Ci
lasciamo stregare da Anna Bolena, la odiamo e la gettiamo al suo destino,
maledicendola. Impariamo la scaltrezza e a scegliere collaboratori senza
scrupoli, che ci sostengano nei nostri progetti. Combattiamo i Francesi,
disprezziamo gli ambasciatori spagnoli e gli emissari papali. Ci torturiamo
nell’angoscia di un erede maschio che non arriva, ci lanciamo in un rapporto
tormentatissimo con la divinità che ci punisce ad ogni istante, arriviamo a
urlare contro Dio perché fa ammalare il nostro corpo forte e bellissimo, che
noi credevamo quello di una creatura semidivina. E ci lasciamo accecare da una
ragazzina vogliosa e avventata, che eleviamo a regina di Inghilterra, ma che
avremmo dovuto lasciare nei corridoi del palazzo reale a scaldarci il letto
occasionalmente, e nulla di più. Non abbiamo capito, ormai cinquantenni pieni
di rimorsi, in cerca di riscatto e in lotta contro l’invecchiamento, che un’adolescente
troppo sveglia e pronta a buttarsi nei balli e a bearsi degli ultimi pizzi
francesi, non avrebbe potuto maturare in una regina forte e di polso
semplicemente portando un manto e una corona per qualche mese. Sbagliamo ad
ascoltare gli intrighi degli interessi altrui, condannando ad una morte
orribile un consigliere intelligente, scaltro e fedele, che aveva il torto
principale di portare un nome comune, e di aver esagerato nel difendere i
nostri interessi, e a scagliarsi contro il partito della vecchia chiesa
cattolica. Abbiamo una missione, ne sentiamo il peso sempre di più, ma
cerchiamo con ogni forza di portarla avanti. Perdiamo i nostri pochi amici, e
diversi pezzi di cuore per questo motivo, perdendo interesse per tutto il
resto. Alla fine del libro arriviamo stanchi, stralunati, mentre Will racconta
gli ultimi giorni del re, in piena decadenza, rievocando l’atmosfera difficile
e ansiosa creata da un monarca quasi impazzito a causa dei suoi problemi di
salute, e dalle fazioni dei suoi cortigiani rivelatisi nel loro vero aspetto di
iene, che attendevano solo il momento di avventarsi sul trono instabile, privo
di un vero erede riconosciuto. In poco meno di mille pagine abbiamo vissuto una
vita spossante, piena, intensa, crudele, disprezzabile, magnifica, invidiabile
o da evitare: di sicuro, non ci ha lasciato indifferenti.
questo libro mi era proprio sfuggito, grazie!
RispondiEliminama soprattutto dal modo in cui ne parli mi hai fatto venire una gran voglia di leggerlo, sembra davvero interessante.
dopo il libro della Fraser leggerò sicuramente questo!
Brava: così potrai vivere gli stessi avvenimenti da due angolazioni diverse. Vivrai davvero Enrico VIII...
EliminaTuttavia, devo dirti che non è finita qui, con i Tudor: c'è un'altra lettura collaterale che presenterò tra poco, e che secondo me potrebbe piacerti alquanto. :-)
che bella notizia, aspetto di sapere quale sia!!!! :D
EliminaLo anticipo, perché passerà poco tempo prima che lo inserisca: Il diario segreto di Anna Bolena, Robin Maxwell. Tra le sue fonti, compare proprio il libro che hai anche tu, la biografia di Erickson Carolly...:-D
Eliminane avevo sentito parlare e mi aveva incuriosita, ma l'avevo completamente rimosso.. quindi aspetto di sapere cosa ne pensi! ^^
Elimina...ma che meraviglia questo "letture collaterali"!
RispondiElimina(ho appena preso il caffè e ho visto ora il nuovo spazio...:-D)
No, non mi sembra di avere letto questo. La lista s'allunga
Fa parte della riorganizzazione del blog. :-D
EliminaNe aggiungerò a breve...
Mi hai convinto. Lo compro ;-)
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