SimoCoppero
Sono
partita per un lungo viaggio, sono stata a Holt per la prima volta e ho già
voglia di ritornare. E’ il primo lavoro di Kent Haruf che leggo, e mi spiace
sapere che nuove storie ambientate in questo grazioso paese, dalla sua penna
non usciranno più: Le nostre anime di notte è una pubblicazione postuma,
iniziata quando capì che non sarebbe rimasto più troppo tempo nella vita
terrena.
La
prima cosa che mi ha colpito è il non uso delle virgolette per dare inciso ai
dialoghi: pensavo mi disorientasse e invece la scelta dell’autore rende la
storia più intima, più vera.
Due
vicini di casa, due vedovi, che su iniziativa di lei decidono di trascorrere le
notte insieme: coricarsi uno a fianco all’altro per parlare, per raccontarsi,
per farsi compagnia, per combattere la solitudine che accompagna le loro
giornate, per tornare a vivere e sentirsi utili per qualcuno. La voglia di
pensare solo a se stessi, senza badare a quello che la gente pensa ed esprime
senza sapere e conoscere.
Capitoli
brevi, incisi, schietti, che descrivono un paese, Holt, di pura invenzione, ma
che nella nostra mente possiamo collocare in America, zona Colorado dove Haruf
è cresciuto. Un paese dove il tempo scorre lento, dove si respira aria di
polvere, di quotidiano, di piccole cose, dove tutto sembra immobile. Forse era
proprio il “tempo” che l’autore voleva farci arrivare, il tempo passato
trascorso in gioventù nel racconto dei due nuovi amici, e il tempo presente
fatto di ore, azioni, momenti che scandiscono la giornata, che inesorabilmente
trascorre.
Non
amo mai i titoli gridati in uscita, ma questo mi è rimasto attaccato alle mani
e al cuore, presto tornerò a Holt