mercoledì 22 marzo 2017

Le perle di Loredana#18 - Giuseppe Pompameo – Straluna. La vita in dormiveglia

LoreGasp

Avendo ripreso a pescare perle per WeekendOut, su Radio Piazza Live, con Simona ne abbiamo tirata su una avvolta da un velo sognante: si tratta di Straluna, di Giuseppe Pompameo, edito da Scrittura e Scritture, casa editrice indipendente di Napoli, fondata nel 2006 grazie a Eliana e Chantal Corrado. E’ la prima impressione che ho percepito guardando la copertina, in cui una luna piena tonda e splendente si leva imperiosa sull’intero paesaggio. L’albero che cerca di nasconderla, sulla sinistra, sembra più farle da valletto per introdurla. Quando si entra nel libro, l’atmosfera sognante diventa più forte, la nota principale.

Siamo a Nuval; un paesino minuscolo, “poco più grande di un’idea”, dice l’autore. Se volete trovarlo sulla carta geografica controllate di avere la versione più aggiornata di Google Maps, o date un’occhiata ad uno di quei mappamondi antichi molto particolareggiati. Ci sfreccia davanti l’unico postino, Octavio Serna detto El Pioco, per la sua statura minuscola, lanciato nel suo percorso verso il lavoro sulla sua bicicletta sferragliante. Seguiamolo: andiamo a trovare e a conoscere alcuni degli abitanti, come Fernand Barlès, proprietario di una piccolissima libreria, e suo amico fidato, il sindaco Wladimir Lubacks, comparso dal nulla da chissà dove anni prima, andiamo a conoscere Cècile Cerouac, una versione particolarissima di entraineuse, e la sua carissima amica Wanda Walser, fermiamoci a prendere un caffè al Cafè Mirador, proseguiamo curiosando qua e là e infine inciampiamo in… un circo. Il Big Circus Ester, un’attrazione dal nome roboante, che sembra comparire dal nulla ogni anno, nel periodo del Capodanno, come per magia. Come avrete notato, l’”apparizione dal nulla” è un tratto comune sotto molti personaggi, qui a Nuval.

Che cos’ha di così speciale, questo paesino bizzarro? La sua vita in dormiveglia. Niente sembra davvero reale, o avere radici, niente sembra avere un vero inizio e una vera fine, nessuno dei personaggi sembra essere davvero chi dice di essere. Ciascuno di loro vive nel corpo a Nuval, ma la loro mente e la loro anima sono prese da altro, un qualcos’altro lontano. Un figlio, un fratello, un amore di una notte lungo come una vita, che vengono continuamente ricordati, spesso nel segreto, per fare in modo che i loro contorni lontani non diventino sbiaditi, indefiniti. Non sappiamo mai davvero se sono stati reali anche loro, o sono sogni, espressioni di questa dormiveglia di Nuval. Tutti i personaggi che lo scrittore ci presenta fanno finta di nulla e vivono presenti a metà. E forse finiremmo anche noi per rallentare i ritmi della nostra veglia frenetica, se non fosse per la presenza gentile e ferma dello scrittore, che sussurra compito le storie delle sue creature.

Arriva il Capodanno, come tutti gli anni, e come tutti gli anni appare il Big Circus Ester e le sue attrazioni conosciute e consuete. Pare un’altra ripetizione: gli spettatori si accalcano per entrare, come se partecipassero tutti ad un unico rito, affollandosi, si riempiono di meraviglia quando devono, applaudono quando devono, gli acrobati e si affollano, applaudono quando devono, si stupiscono quando devono, gli acrobati, i clown e i domatori svolgono i loro soliti numeri, svolgendo con professionalità collaudata la loro parte nel rito. Tutto come al solito…

No, non questa volta. Questa volta capita qualcosa. E tutto cambia.


Arrivati a questo punto, vorrete fare mille domande. All’autore, ai personaggi, al Big Circus che sembra evaporato nell’aria… Fatele. Qualcuno vi risponderà. Non smettete di ascoltare, però, anche quando tutto tace. Se amate i libri dalle tinte sudamericane, ma con tanto spazio per altre colorazioni, di quelli che vi avvolgono con la loro morbidezza e vi danno più di quello che pensate, preparate una valigetta leggera per Nuval. Non vi servirà molto, per entrare a far parte della cittadinanza. Non sarà nemmeno necessario dare troppe spiegazioni su chi siete e da dove venite. E mentre voi vi ambientate, io vado a pescare la prossima perla… 

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