mercoledì 14 ottobre 2015

Studio da carabiniere e ti sposo – Voce doppia

LoreGasp e SimoCoppero

Recensione a doppia voce, questa volta, per un altro dei libri di Valeria Amerano, che questa sera aprirà con noi il ciclo di letture Un libro, un piacere! a Giaveno, presso Il Piacere di creare. Simona lo lesse per prima, questa estate, mentre io sono arrivata in un secondo momento.

A lei la prima voce:

Più leggo pagine create da Valeria Amerano più mi rendo conto di essere innamorata.
Leggo e mi sembra di danzare tra le parole, mi sento una piuma che volteggia tra la cultura e la sapienza, pronta ad assaporarne ogni vibrazione e sfumatura.
Lasciarsi cullare dalle sue parole arricchisce il cuore e la mente. "Studio da carabiniere e ti sposo", libro composto da diciannove brevi racconti ambientati in una scuola della periferia degradata di Torino negli anni settanta.

Mai un libro più azzeccato in un periodo, e parlo di oggi, di riforme scolastiche proprio come allora. Gianluigi Camera nella prefazione cita queste parole "si coglie l'avversione per il mondo delle parole dette, delle tante riforme annunciate e mai praticate", ma da allora qualcosa è cambiato?

Era il periodo dove la scuola aveva aperto le porte: "genitori che controllano la qualità del cibo, consigliano agli insegnanti i libri di testo, promuovono gite; psicologi, letterati e falegnami erano accolti quali esperti per arricchire le cognizioni dei maestri". Ieri come oggi, sono passati gli anni, siamo nell'anno del Signore 2015, ma le maestre non sono riuscite a risolvere il dilemma dei bambini che leggono poco o nulla (riferimento all'ultimo breve racconto) e la scuola non mi pare sia riuscita ad avere importanti cambiamenti.

Dicevamo, diciannove racconti, che tra aneddoti e alunni difficili,  cresciuti sulla strada e spesso senza la linea guida di una famiglia, trovano sulla loro strada una maestra appena entrata in ruolo che accetta una sfida che la scuola e la società le presentano come impossibile.

Con amore, con disciplina, con regole, con fantasia, con capacità e voglia di riuscire, troviamo un'insegnante capace di farsi amare, rispettare, che riuscirà ad appassionare bambini "difficili", che insegnerà loro l'amore per la lettura, per le storie, per le materie più ostiche,  vincendo persino un concorso del percorso didattico.

Maestra che ha lasciato posto all'orchestra e che oramai siede tra il pubblico, ma che guarda a quegli anni come quelli dei giorni migliori, con il cuore pieno di nostalgia per gli alunni lasciati.
Leggere per meditare. Grazie Valeria!


Quando ho chiuso il libro, rammaricandomi come al solito che fosse finito troppo presto, ho pensato: Questo è un libro d’Amore. Fatto, scritto, pubblicato, disegnato con Amore, per Amore, d’Amore. Lo si sente in ogni parola, in ogni racconto, anche brevissimo, dedicato alle peripezie della maestra Anna, alle prese con i suoi allievi. 

Sono bambini e ragazzi di ogni genere. Dai bambini angelici e profumati, corredati di madri praticanti di yoga dei quartieri benestanti e tranquilli di Torino, a quelli “variegati”, un po’ meno profumati e più odorosi di altre zone della stessa città, che popolano con il loro candore e i loro scherzi, le giornate di una maestra attenta e innamorata del proprio lavoro, come Anna. 

Conosciamo i suoi bambini, e ci rivediamo nello specchio della macchina del tempo com’eravamo decenni prima, impegnati a imparare, o a evitare di farlo, alle prese con i primi amichetti e i primi piccoli nemici e avversari. Riconosciamo qualcuno dei nostri compagni di scuola dell’epoca, e di cosa pensavamo di lui/lei con la mente bambina e di poche strutture tipiche delle età giovani. Ogni racconto è un quadro fatto di poche pennellate lucide e articolate, di molto sfumate, e ricco di odori, tanti che agiscono da madeleinette di Proust.

L’autrice non manca di riservare anche parole per l’organizzazione scolastica che, nel corso degli anni, ha finito per allontanarsi dall’attenzione verso le menti giovani per inchinarsi a regole e programmi “moderni” ma privi di senso pratico. Anche le colleghe di Anna meritano il ricordo di un ritratto, concentrato in battute sarcastiche o in sguardi e atteggiamenti materni, a seconda dell’inclinazione della loro anima.

Leggete Studio da carabiniere e ti sposo se volete ritornare ai tempi della scuola e capire la bellezza nascosta che non sempre si è lasciata cogliere di quei tempi dolci e amari. Leggetelo se siete insegnanti e avete esseri umani giovani intorno a voi, soprattutto se confusi, taciturni o agitati: ascoltate l’Amore di Anna verso i suoi allievi, anche quando dipinge i più problematici, e poi guardate di nuovo i vostri. Magari, questo vi può suggerire qualche piccolo, e necessario, aggiustamento di tiro che prima non riusciva.

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