martedì 29 settembre 2015

In pugno alle stelle – Panoramica di famiglia

LoreGasp


Valeria Amerano è ancora con noi. E lo sarà sempre, ormai! In questo Blog abbiamo già letto quasi tutto di lei, come potete vedere qui e qui. Mancava In pugno alle stelle, che è stata una delle prime opere, dopo una serie di racconti pubblicati. Avvicinandosi il momento in cui potrò rincontrare di persona Valeria (dopo gli Eventi di Lettura di Rosta di quest’estate), ho voluto approfondirne la conoscenza tramite i romanzi che ancora mi mancavano all’appello, dopo Nuda proprietà. Le mie compagne Furiose avevano già potuto leggere Non voltarti, abbiamo perso, e Studio da carabiniere e poi ti sposo, mentre io ero rimasta leggermente indietro. L’impulso di guarigione che mi guida in questo periodo mi ha fatto posare la mano su In pugno alle stelle.

Dalla prima frase, sono stata afferrata e messa a sedere in prima fila ad assistere allo spettacolo di una Commedia Umana alla Balzac, incentrata su una famiglia molto piemontese dei giorni nostri: “Il mio nonno paterno era nato nel 1875 nella campagna pinerolese da una famiglia che non pensava con assillo al domani”. (Valeria Amerano, In pugno alle stelle, pag. 7, Alzani Editore) E’ fatta: il gancio è entrato dentro in profondità, e non riesco a toglierlo (per modo di dire) che poco più di un centinaio di pagine e qualche ora dopo, quando lo stampato finisce e inizia l’indice.

Facciamo subito la conoscenza degli avi di Anna, la voce narrante, che scopriamo essere totalizzante e discreta al tempo stesso. E’ la sua voce che sentiamo nella testa, ma vediamo i suoi familiari con i suoi occhi, nei loro corpi e nei loro caratteri. Ognuno di loro, con le sue espressioni tipiche dialettali, e le sue caratteristiche che lo distinguono senza dubbio da tutti, prende vita propria dalle parole di Anna e si mostra a noi con splendore e miseria.

Apparentemente, la narrazione è molto semplice: è la storia di una famiglia, scomposta nei due rami di ascendenza paterna e materna, sullo sfondo di Torino e della sua campagna circostante, dai primi del Novecento fino ai giorni nostri. Di semplice, però, non c’è nulla. Per inciso, prendetevi la domanda: c’è davvero qualcosa di semplice nelle storie di famiglia? E i personaggi che la compongono, sono davvero così semplici e banali zii, zie, nonni, padri? Forse nessuno di loro è Indiana Jones, il Dottor Who, uno scienziato geniale e fuori di testa, e nessuno di loro inventa una cura per il cancro, salva vite umane lanciandosi dai palazzi con superpoteri all’Uomo Ragno, o sventa rapine e ferma guerre sul nascere grazie a strabilianti doti diplomatiche.

Tutti, però, sono esseri umani. Vivono e si esprimono, con fatica o facilità, a seconda dei caratteri sviluppati da educazioni severe o lassiste, affrontano la realtà con le sue sfide e le sue domande, piccole e grandi: l’amore, la realizzazione nella vita, il rapporto con gli altri, il confronto con la fortuna e le circostanze volubili. Sono uomini e donne complessi, tutti, anche nella loro apparente banalità, e ogni evento, dal battesimo al funerale passando per il primo giorno di lavoro o la prima umiliazione, è davvero importante e fondamentale quanto decidere delle sorti del mondo.

Alla fine della lettura, ho contemplato un affresco grandioso, pieno di colore e sapore, in mille e mille sfumature. Abbiamo già avuto modo di sottolineare la padronanza e la ricchezza della lingua modellate in espressioni semplici, da parte della scrittrice, ma in questo libro diventano particolarmente calde. E’ il calore dell’affetto e della partecipazione, talvolta stizzita, della voce narrante che dipinge i suoi familiari nelle parole scritte. Anche il gelo tipico dei modi di qualcuno dei suoi parenti diventa caldo e vivo nei suoi ricordi.


Leggete In pugno alle stelle, se volete rivalutare e ripensare il vostro rapporto con il vostro gruppo parentale, sia esso già ottimale o conflittuale. Forse non vi farà diventare più buoni verso quei parenti che non perdono occasione di tirarvi frecciate o contrastarvi, ma vi farà nascere domande sulle motivazioni che li spingono a mostrare i lati di sé meno edificanti. Qualche volta, vi consolerà pure…com’è capitato a me. Certe parole e certi comportamenti di zii e cugini di Anna sono storia vecchia e dolorosa anche nei miei ricordi, pur essendo incarnati in altri visi e altri luoghi. Tuttavia, questo libro mi ha ricordato, nel suo modo caldo e garbato, che siamo tutti protagonisti di una Commedia di azioni che recitiamo talvolta inconsapevoli e meccanici, in tutte le lingue e le razze del mondo. Partendo da questo terreno comune, vedremmo quanto poco contano le altre differenze… 

lunedì 28 settembre 2015

Un libro, un piacere! Ciclo di letture e d’incontri all’insegna del Furore D’Aver Libri

Il Furore Di Aver Libri non si sazia mai, non sta mai fermo, e non cessa di trovare forme di espressione. Due delle Lettrici Furiose di questo Blog, la scrivente e Simona Coppero, hanno pensato bene di espandersi nel mondo per cercare altri Furiosi come loro, in modo da condividere una passione che ha così tanto da dare.

Nasce così Un libro, un piacere!, un ciclo di incontri e scambi culturali, con al centro la passione del leggere, che si concretizzerà un mercoledì al mese, a partire da ottobre prossimo, presso la splendida associazione culturale Il Piacere di Creare, in via  M. Ausiliatrice, 40 a Giaveno, in piena Val di Susa. Sotto troverete il calendario delle prime tre date del 2015.

In ognuno di questi incontri, le Lettrici Furiose e tutti coloro che vorranno accompagnarle in questo viaggio libresco-culturale, avranno l’occasione di conoscere nuovi autori, nuove opere, parlando direttamente con loro e scambiando opinioni, sulla loro attività o sui loro libri. Ogni incontro sarà dedicato ad un tema particolare, come potete vedere, che sarà spunto di discussione e di conoscenza condivisa con tutti i partecipanti.

Per me è un sogno che diventa realtà…o almeno una parte. Leggendo opere di ogni genere, immergendomi nelle loro fibre, ho sempre finito per nutrire curiosità per tutto quello che fa nascere personaggi e storie. Cosa dà origine ad una trama? Perché quel personaggio nasce in quel modo? La maggior parte di questi interrogativi rimarrà senza risposta, essendo gli autori passati a miglior vita secoli prima. Ora, al contrario, potremo soddisfarli e arricchirci imparando, grazie alla presenza di autori come Valeria Amerano, che aprirà il ciclo.

Sarà basilare la prenotazione per avere un posto in sala al numero 339/3277400 e la vostra presenza, naturalmente. Volete accompagnarci in questo viaggio? Qui sotto trovate date e orari.
Rimanete sintonizzati su queste pagine, per ulteriori informazioni e aggiornamenti…

MERCOLEDI 14/10  ore 20,30          TEMA: VALERIA AMERANO “I SUOI LIBRI E I SUOI AUTORI PREFERITI”
La scrittrice Valeria Amerano con il supporto di Loredana Gasparri ci condurrà, prendendoci per mano nella conoscenza dei suoi libri, di chi sono stati i suoi maestri e le sue muse ispiratrici

MERCOLEDI 18/11 ore 20,30           TEMA: ANGELI
Loredana Gasparri con Annamaria Castagneri ci condurranno attraverso il mondo degli Angeli con tutti i libri scoperti e letti sul tema.

MERCOLEDI 16/12 ore 20,30                       TEMA: NATALE

Loredana Gasparri, Simona Coppero, Simona Barone, Luisa Carda ci condurranno nella magica atmosfera natalizia con libri a tema e manufatti per l’occasione.

sabato 26 settembre 2015

Dialoghi con L'Amanita#7 - ...ma i libri parlano?

L'Amanita e LoreGasp

I libri parlano. 
Oppure tacciono. 
L'ultima volta che sono andata al Salone del Libro credo di aver esasperato parecchie persone - Loredana inclusa (cercava di smussare le mie risposte granitiche). Inutile insistere, proporre, imporre: parecchi libri tacevano, al contrario delle persone che mi martellavano tanto da innervosirmi. Lo so: cercavano di lavorare, ma se un libro non mi parla, non lo sfioro neanche. 
Questo è solo un aspetto dell'eloquenza di un libro. Oggi però ho in mente un altro tipo di comunicazione. 

Un libro presenta un amico. Ovvero una citazione. 
Capita spesso: i personaggi citano un film, una musica, l'ultimo libro letto.
Evidentemente c'è una cospirazione astrale o chissà quale caso strano, da qualche mese mi trovo alle prese con "Il buio oltre la siepe", di Harper Lee. Lo trovo ovunque. 
Prima citazione, molto generica: il titolo. Neurino-mio ronza: "Il buio, il buio... la siepe... lasciamo perdere quell'allegrone del Giacomino Leopardi, ma non è un film con Gregory Peck?" 
Piccola digressione. Non sono una patita di cinema/tv, ma se proprio devo scegliere, vado a ripescare vecchi film drammatici come "Lo specchio della vita", "Peyton Place" e simili, musical o quelle commedie garbate e datate come "Sabrina".
Poco tempo dopo, sono alle prese con una fotografa scombinata che conferma il vago ricordo: la tipa adora G. Peck nei panni di Atticus Finch. Caspita, Neurino ha azzeccato. 

Don Tillman, nel libro di Simsion, cerca di comprendere il mondo umano con i film. Indovinate cosa guarda? Già, "Il buio oltre la siepe". 
Mi segno di fare qualche ricerca, ma mentre finisco un'altra lettura, scopro che il film è tratto da un libro.
Va bene, l'universo sta cercando di dirmi qualcosa? O forse un libro mi sta parlando.
Un richiamo potente, visto che mentre cerco in libreria l'ultimo economico della Reichs, mi trovo sull'amato scaffale delle offerte - indovinate un po' - "Il buio oltre la siepe" a 6 Euro.

Va bene, ho capito, HO CAPITO! 

Preso e che diamine! La prossima volta aspetto ancora un po', magari mi arriva direttamente a casa. 
Letto praticamente tutto d'un fiato (la fotografa dell'altro libro ha ragione: Atticus è un gran personaggio), con scorrevolezza ed una leggerezza tali che il colpo si sente dopo. 
E che dolore! Mi si è aggrovigliato lo stomaco con tutti i suoi vicini.
Sì, perché la vicenda raccontata dalla ragazzina con tanta spensieratezza è una pagina dolorosa della storia statunitense e contiene una tragedia immensa. 
Fine anni '30. La vita della cittadina di provincia del "profondo Sud" scorre tranquilla e sonnolenta, ma in realtà nasconde parecchie insidie. 
Apparentemente è la storia di un padre e dei suoi figli, ma fa parte di un quadro dettagliato che Balzac intitolerebbe "La comédie humaine": c'è l'umanità intera su queste pagine. Uomini e uominicchi, le donne ed il loro "posto" (signore della buona società o sguattere grrrr), maestre di vecchia generazione e maestrine fresche di studi con nuovi metodi educativi, emarginati bianchi ed emarginati neri. 
Il razzismo è solo un aspetto dell'emarginazione. Non è solo la storia "misero-pezzente-bianco-del-paese contro negro-di-turno", anche se già questo elemento mostra la miseria della natura umana; l'essere umano cerca di riscattarsi, crescere (ed è cosa buona), ma sceglie il modo sbagliato: non si evolve, si limita a schiacciare qualcuno più debole.

C'è la storia del misterioso "Boo" Radley, segregato (altra forma di emarginazione) da anni, che mi ha chiarito il titolo originale nelle ultime pagine.
To Kill a Mockingbird (uccidere un tordo) diventa il suggestivo Il buio oltre la siepe. Raro caso in cui apprezzo la traduzione libera. C'è buio, sì, ma è oltre. 
Nel libro il riferimento al volatile è sensato: la piccola Scout lo dice due volte; è peccato sparare a un tordo (tradotto merlo e nel film mi pare parlino di usignoli), cioé non bisogna danneggiare creature belle ed indifese. Penso il tordo/usignolo sia Arthur "Boo" Radley, che dalla sua gabbia vede... ed alla fine rappresenta l'innocenza, la bellezza trionfante su tutta la grettezza umana.
Questo libro canta, altro che sirene di Ulisse! Un coro di promesse e speranze: l'umanità è quella che è, ma ogni singolo può scegliere. 

L'hai letto? O magari qualche libro ti parla...

Lessi questo libro alle medie. E' stata forse una delle poche scelte intelligenti nell'ambito dei nostri programmi scolastici ORRIBILI. Lo dico con un po' di stizza, soprattutto perché mi vedo attorno una decadenza scolastica che m'indigna non poco...ma è meglio non toccare questo tasto, perché mi si risveglia il Torquemada interno e non è agevole riportarlo al riposo. 

All'inizio del libro, ammetto che non capivo bene di cosa si trattasse...per me il razzismo basato sui colori della pelle, sulle religioni professate continua ad essere inspiegabile e niente e nessuno potrà mai convincermi che queste sono "ragioni" valide per discriminare un essere vivente. La voce della piccola Scout, però, ha qualcosa di ipnotico e ogni volta non vedevo l'ora di riascoltarla nella testa. Aveva un punto di vista così particolare sulle cose...e Atticus era un personaggio potente nella sua calma. Non ho mai visto il film, anche se ci sono sempre capitata di straforo tra un salto e l'altro, ma credo che Gregory Peck sia stata un'ottima scelta per incarnarlo.

E poi, Boo Radley...ero troppo curiosa di capire perché un essere umano si rassegnasse a vivere segregato e lontano dagli altri, un eremita moderno e volontario, tramutato in occasione di iniziazione per un gruppo di ragazzini un po' sciocchi e sognatori, come di solito si è, quando non si ha l'età per guidare o votare. Ammetto che, talvolta, ho pensato di imitarne l'esempio. 

Sono passati diversi anni da quei giorni delle medie, ma ogni tanto passi di questo libro venivano a ripresentarsi nei momenti più impensati. Più che cantare, credo che alla fine, in-canti...

martedì 22 settembre 2015

L'Amanita#60 - L'amore è un difetto meraviglioso

Don Tillman, brillante professore di genetica di trentanove anni, decide che è tempo di trovare una compagna di vita.
Così, con l'approccio scientifico con cui affronta ogni cosa, dà il via al Progetto Moglie. Sedici pagine di questionario gli permetteranno di escludere le candidate inadatte: fumatrici, ritardatarie, schizzinose...
Rosie Jarman è tutte queste cose. Ed è anche seducente, appassionata,  intelligente. 
Ovviamente viene bocciata per il Progetto Moglie, ma chiede a Don una mano per un altro progetto.
E così i due si trovano fianco a fianco...

Mi piacciono le commedie, quei libri "leggeri" che regalano qualche sorriso e magari una sana risata. 
Appena ho visto il titolo, malgrado la copertina giallina, sono scoppiata a ridere e ho palpeggiato meglio il libro. Ho ignorato i vari commenti entusiasti della cosiddetta critica (PRRRRRRRRRRRRRRR!) e mi sono detta: be', un approccio scientifico e razionale... perché no?
Il protagonista a volte è leggermente irritante. Perfino per una sistematica come me. 
(Sono una sostenitrice delle "liste-tabelle di marcia-puntualità", ma il mio orologio è completamente sballato... insomma: non casca il mondo se sgarro di qualche minuto o sostituisco qualche voce della lista con elementi improvvisati. Mentre scrivo, non so perché, mi rivedo nell'atto di portar via la colazione a Loredana - lasciandola seduta e perplessa, toast imburrato in mano - con un "veloce, veloce!" o qualche altra esortazione simile, manco fossi una sostenitrice accanita dell'Alice di Carroll... Chissà perché!)

Lettura perfetta per le sale d'attesa: Don, geniale e maldestro, è riuscito a farmi sorridere tra turbe di anime in pena nei gironi dell'infernale sanità.
L'elemento più urticante, alla fine, è proprio quel titolo che mi aveva incuriosito. 
Il titolo originale è The Rosie Project.  Secondo me lo hanno propinato così per motivi di vendita: lo ignoravo, ma pare il libro precedente di Simsion - con un titolo beceramente simile - abbia avuto un buon successo. 
Sorge il dubbio: ma i responsabili delle vendite ci considerano emeriti imbecilli?

lunedì 14 settembre 2015

Dialoghi con L'Amanita#6 - Il Suggeritore...in Compagnia!

LoreGasp e L'Amanita

Tempo fa su queste pagine virtuali avete letto l'addio di Loredana al genere horror. 
Sto sghignazzando: mi è venuto in mente un altro addio, quello di Lucia ai monti nei famigerati PS. Sì, io e Loredana li chiamavamo così; forse per comodità, forse per la punta di veleno che mi fa aggiungere "pssssss sì stimolano plin-plin e anche plin-plon". *
Ehm! Torno a fare la persona seria. 
L'argomento è serio e ne abbiamo già parlato: quanto siamo influenzati da ciò che leggiamo? 
Non sono schizzinosa, leggo senza problemi di stomaco storie veramente truci, con omicidi efferati e pezzi di cadaveri vaganti. 

O meglio, leggevo.

Recentemente sto molto attenta anche con i libri. A parte qualche autore noto (vi ho raccontato di K. Reichs, che per me ha funzione catartica), ho scartato vecchi titoli e sto cominciando ad evitare altri autori. 
Da tempo mi parlavano di Carrisi e avevo "Il Suggeritore" lì ad aspettarmi. Il post di Simona ha aumentato la curiosità, ma rimandavo. 
Finalmente ho deciso di portarlo meco nella solita trafila medico-burocratica: sale d'attesa per prenotare, file di sedie accanto alla porta dello specialista di turno, altri malati imbufaliti da una politica insana (sì, al danno anche la beffa).
Ero davvero curiosa di capire quel titolo: chi è il suggeritore? Una "talpa"? Qualcuno che aiuta ad indagare? 

Ma, nel frattempo, ho Loredana che mi alita sul collo con altro. E va bene. A spasso porto il suggeritore e sul divano mi rilasso col Signore degli Anelli. Anche perché il tour delle ASL ha la capacità di risvegliare il notorio Passeggero Oscuro di dexteriana memoria; devo tenere un certo equilibrio.
Mi aspettavo l'effetto catartico.

Ma per quanto ci siano colpi di scena ed una soluzione dei casi (a proposito: Simona, hai ragione sul finale), l'esito non è quello auspicato. Non è un problema di tecnica narrativa, linguaggio o stile. Non è uno scrittore da mettere all'indice. Semplicemente: non risponde alle mie esigenze; è un "BIP! mentale" personale, magari altri lettori non hanno questo problema. 
Chiarisco il dettaglio che m'aveva incuriosito; il suggeritore è "la mente oscura" che plagia altri più deboli.  Abbiamo una piovra: tanti tentacoli mortiferi ed un cervello nell'ombra che organizza e diffonde il male senza sporcarsi le mani. 
No.
Condivido la presa di posizione di Loredana: vedo abbastanza male attorno a me. Vedo troppo male. 
Rifiuto queste tenebre totali. C'è la polvere nella natura umana, ma non siamo solo questo. Se continuiamo a razzolare nel fango, a nutrirci di immondizia, come riuscire a far emergere il resto? Possiamo crescere, maturare, evolvere tanto da non temere il nostro stesso buio e far crescere la luce? 
Con "Il suggeritore" non è possibile. Mi fermo al fango. 
Ancora una volta Il Signore degli Anelli mi risponde.
"Penoso è ciò che apprendiamo sul conto di Saruman" disse Elrond; "noi avevamo fiducia in lui, ed egli conosce in profondità tutti i nostri segreti. E' pericoloso studiare troppo minuziosamente le arti del Nemico, con buone o con cattive intenzioni".  (p. 303)

L' Elfo Haldir, a Lòrien: “Il mondo è davvero pieno di pericoli, e vi sono molti posti oscuri; ma si trovano ancora delle cose belle, e nonostante che l’amore sia ovunque mescolato al dolore, esso cresce forse più forte.”  (p. 393) 

(Risposta a Boromir) "Guardati di parlar male di Dama Galadriel!", disse Aragorn severo. "Non sai quel che dici. Non vi è in lei e in questa terra alcun male, salvo che un uomo non ve lo porti lui stesso. E allora guai a lui!".  (p.403)
( Éomer)"Come può un uomo in tempi come questo decidere quel che deve fare?"
"Come ha sempre fatto", disse Aragorn. "Il bene e il male sono rimasti immutati da sempre, e il loro significato è il medesimo per gli Elfi, i Nani e per gli Uomini. Tocca a ognuno di noi discernerli, tanto nel Bosco d'Oro quanto nella propria dimora."  (p. 485)

Discorso di Sam a Frodo ne "Il Signore degli Anelli - Le Due Torri". Libro (p.776 ss.) e film.
SAM: È come nelle grandi storie, padron Frodo. Quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericoli, e a volte non volevi sapere il finale. Perché come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare com'era dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine è solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve passare. Arriverà un nuovo giorno. E quando il sole splenderà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che significavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire il perché. Ma credo, padron Frodo, di capire, ora. Adesso so. Le persone di quelle storie avevano molte occasioni di tornare indietro e non l'hanno fatto. Andavano avanti, perché loro erano aggrappate a qualcosa.
FRODO: Noi a cosa siamo aggrappati, Sam?
SAM: C'è del buono in questo mondo, padron Frodo. È giusto combattere per questo.

Chiudo con Pipino, personaggio che apprezzo sempre di più - dopo averlo spesso insultato di gusto assieme a Gandalf. Ha da poco prestato giuramento al Sovrintendente Denethor ed un Nazgûl sorvola  la Cittadella.  
Rimasero seduti per qualche tempo in silenzio con la testa china. Poi a un tratto Pipino levò lo sguardo e vide che il sole brillava ancora, che gli stendardi svolazzavano al vento. Si scosse. "Passato", disse. "No, il mio cuore si rifiuta di disperare (...); è ancora possibile rimanere ritti, anche solo su di una gamba, o almeno sulle ginocchia". (p. 831)

Non voglio far finta che tutto vada bene, ma voglio vedere anche il buono e il bello e continuare a sperare.


Specifico la mia edizione perché è diversa da quella di Loredana (lo so bene: ho ospitato spesso il suo libro!):
J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Bompiani Vintage, 2011

Mi piace molto questa selezione di citazioni dal Signore degli Anelli, che sto continuando a leggere con sempre maggiore fatica. Alla stanchezza accumulata in un anno difficile, che sembra non si riesca a smaltire, si aggiunge anche quella per un testo che si conosce già a menadito e si scopre che, in realtà...non è così.

C'è molto di più. 

C'è qualcosa che è sfuggito alle letture precedenti, ancora concentrate sugli eventi, sul meraviglioso delle creature strane inventate dall'autore, sulle battaglie epiche, sul linguaggio roboante dei personaggi. 

E' la loro somiglianza con noi. Sono una versione romanzata, con abiti e acconciature lontanissime per noi, ma hanno i nostri pensieri, i nostri atteggiamenti e i nostri errori. Sono solo in grado di esprimerli in modo più elevato, più lirico, ma riescono a dare forma ai nostri pensieri più profondi in modo irripetibile. Non ho mai letto nessuno con una capacità così precisa ed elevata, a parte forse Shakespeare, di far parlare un personaggio esprimendo una sfumatura così particolare di uno stato d'animo, o di un atteggiamento. Le parole possono essere di alta qualità, come i discorsi di re e maghi, o semplici come quelle del giardiniere Sam, ma sono sempre in grado di farci dire: "ecco, l'ho pensato tante volte anch'io! Uguale, uguale!"



giovedì 3 settembre 2015

Segnalazioni editoriali#16 - E poi ci sono quei momenti che.

Le Polaroid di un Padre quasi perfetto. Un argomento un po' strano da affrontare in un Blog come questo, poco dedito a maternità e paternità...ma è una segnalazione editoriale che mancava da qualche tempo, e ho voluto rimediare con questo titolo che arriva da una casa editrice torinese, Zandegù.

Ecco maggiori dettagli:

E poi ci sono quei momenti che.
Le Polaroid di un padre quasi perfetto


“Brevi racconti che racchiudono il mio essere padre. Questo è lo spirito delle Polaroid scritte.
Ognuna di esse, riproduce un momento della vita trascorsa insieme ai miei figli.
Non un attimo qualunque, dove loro sono in posa in salopette e io con lo sguardo vitreo puntato contro l’obiettivo. Sono foto che si svelano lentamente e immortalano lo sguardo di Wile E. Coyote mentre fissa, attonito, il masso che gli sta piombando sulla testa: il mio sguardo”.


E poi ci sono quei momenti che., il primo ebook che la casa editrice digitale Zandegù propone per l’autunno, in uscita il 23 settembre, parla di un padre quasi perfetto che si ritrova da solo a crescere i suoi due Cuccioli d’Uomo, dopo che la loro mamma è morta.
Una difficoltà strutturale – la definisce il protagonista – che fa da sottofondo al libro, un dolore leggero ma persistente che l’autore Nicola Feo affronta rimboccandosi le maniche e usando una buona dose di ironia.
L’ironia che si sprigiona da piccoli momenti buffi e quotidiani che si svelano, nell’ebook, a poco a poco, come la Polaroid che sventoliamo, dopo lo scatto, per far emergere la foto.
Un fuori collana Zandegù che intervalla le riflessioni sull’essere un padre moderno, cioè più “avanti” del proprio, a capitoli chiamati, appunto, Polaroid: storie di vita vera con i figli che crescono, fanno domande imbarazzanti, mettono in luce la loro maturità spesso sconvolgente.
Nicola Feo ci apre questa scatola di foto e noi ne facciamo indigestione, leggendo ogni capitolo con voracità, catturati dalla poesia di quei momenti, dai lati più divertenti e dalla sua incredibile forza di padre, ormai praticamente, perfetto.

Non un romanzo, non una raccolta di racconti, ma un album di fotografie narrate. Una storia semplice, interamente declinata al maschile, con un padre rimasto solo alle prese con due figli in un’età strana, ma anche leggera e divertente: la preadolescenza.
Infine, un omaggio alla letteratura: il modo di essere uomo e padre di Nicola Feo è stato sicuramente influenzato dalle letture passate e presenti che affiorano, riga dopo riga, dall’ebook.

E poi ci sono quei momenti che. sarà in vendita dal 23 settembre a 4,99 euro sullo shop del sito www.zandegu.it e sulle principali librerie digitali come Amazon, iTunes Store, laFeltrinelli.it, Ultima Books e Bookrepublic.


Per maggiori informazioni: www.zandegu.it | Editore, Marianna Martino info@zandegu.it|

Ufficio stampa Irene Roncoroni, press@zandegu.it
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