sabato 6 aprile 2013

Sono un lettore – Ho molte vite, e molta vita.


Leggendo gli ultimi post che ho scritto su due vite eccezionali, ho ripensato ad un’immagine che avevo visto parecchio tempo fa nel mio calderone sociale preferito, che esprime molto bene un altro lato del Furore d’Aver Libri. Leggere entrando nei libri consente di viverli. Nella propria mente nascono le ambientazioni e le creature raccontate dalle parole scritte: come in un cinema, prendono vita persone, profumi, colori e situazioni all’interno della propria testa, sensazioni e sentimenti nel proprio cuore. Come in una macchina del tempo, o in una produzione cinematografica hollywoodiana, si vivono pulsando tantissime vite. E quasi a costo zero…a parte quello del libro. Qualcuno potrebbe obiettare che in questo modo, non si vive sul serio. La frase contenuta nell’immagine sembra rispondere ad una critica, che spesso mi sono sentita muovere anch’io: “vai fuori a vivere, i libri sono solo carta. Non sai vivere sul serio, se ti accontenti solo di libri”; oppure: “chiudi il libro. Fai fuori a giocare/riposarti/passeggiare…” Come ho già dichiarato in un altro post, dire ad un lettore furioso di chiudere un libro è come cercare di calmare un toro con un panno rosso. E’ il lettore a decidere se, dopo cinque-sei ore passate a leggere, è stanco, bisognoso di riposo/cibo o se desidera contatti umani o con il mondo esterno. Ed è un giudizio INSINDACABILE. Refrattario a qualunque tipo di consiglio. Inoltre, in molti casi ho visto come le letture mi aiutassero ad apprezzare certi momenti e certe situazioni che altrimenti sarebbero passati inosservati. Attualmente sto vivendo la vita di Enrico VIII. Dopo aver ripreso il libro sulle sue mogli, mi sono ricordata di un’altra opera che mi aveva incatenato, un’autobiografia romanzata di Margaret George, Il re e il suo giullare. E’ Enrico VIII che ripercorre la sua vita. Racconta così uno dei suoi primi incontri con Anna Bolena: “Portava una veste verde chiara e il vento la smuoveva, come lo stelo d’un fiore. Tese la mano per toccare un ramo: era il movimento più aggraziato che avessi mai visto” (Margaret George, Il re e il suo giullare, pag. 269). Questo è un incontro storico, ma tante volte, nella nostra vita, abbiamo vissuto momenti simili nella nostra storia personale, la cui solennità qualche volta ci sfugge, perché siamo concentrati su altro. Leggere fa scoprire che si può far tesoro di ogni sfumatura, che va ad arricchire la vita reale, piuttosto che impoverirla o “chiuderla”, apparentemente, tra i circuiti di carta.    

6 commenti:

  1. …la famosa “Greensleeves”? alas, my love…
    Deformazione musicale a parte, il tuo entrare nei libri ha smosso qualcosa nei meandri del mio cervello bacato: è possibile che io abbia letto anche il giullare del re? Boh!
    Comunque, sì, se vuoi vedermi “inc...nera-ma-di-brutto”, dimmi una frase del genere (va’ fuori a vivere – a casa si muore, magari detto in dialetto). È il primo passo per essere estromessa senza troppi rimpianti dalla mia vita. Ovviamente, ho una vita “di carne” – e quanto fa male! Ma ero lettrice furiosa già prima di star male: conciliavo lavoro, musica, impegni “sociali” vari con parecchie letture in corso. Musica e libri servivano “a far riposare il cervello”.
    Proprio in questo periodo – mentre dondoliamo amleticamente fra “lettore e-book sì/ lettore e-book no” – pensavo ad un altro dettaglio. La moda dei libri; un esempio per tutti: i vampiri (grrrrrrr). Seguiti dai “polpettoni” sugli angeli (ed i due generi hanno già creato ibridi mostruosi) doppio grrrr.
    Hai suscitato una domanda esistenziale (pfffff ;-D): cosa significa “vita vera”?

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    Risposte
    1. E' probabile che l'abbia composta proprio dopo quell'incontro...è verosimile. :-)
      La vita vera? Ripensandoci, devo aver infilato l'aggettivo sbagliato, per fretta eccessiva di espressione. La vita cui mi riferisco è quella che ti porta a incontrare e scontrarti con gli esseri umani, a fare concretamente delle cose, ad agire, vivere. C'è un tempo per tutto, in ogni caso. Se ci rifletto, il termine "vera" è abusato: come fa una cosa a essere più vera di un'altra, se non si sta parlando di oro? Uomo vero, donna vera...che significano? Sono etichette che identificano certe caratteristiche, come abbiamo già detto in altri post, ma questo non significa che siano più vere di altre. Sono diverse. No, il termine che più si avvicina è forse "reale", "attiva", "offline" (presa dalla grafica), "tutto quello che non è solo mentale", e via dicendo. E' un po' più complicato di "vera", no?
      Per ritornare alla tua prima domanda, è forse possibile che tu abbia letto anche Il re e il suo giullare: è un altro bel tomone.
      Per le mode, quella sui vampiri ha stancato un po', perché sembra seguire un solo filone. Per il resto, il personaggio è interessante...ma devo dire che ultimamente mi piacciono di più i cacciatori di vampiri. Ho riscoperto Buffy e una saga (ahimé, saga) imperniata proprio su chi combatte i zannuti. Ma di tutto questo, parleremo poi a giugno...tra Dracula e Van Helsing, io ho sempre tenuto per Van Helsing, lo ammetto. E da quando lo ha interpretato Hugh Jackman al cinema, ancora di più. :-D

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  2. Altra domanda: riesci ad immaginarmi “e-book reader or not e-book reader, that’s the question”? :-D

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  3. …be’, almeno inizi la settimana con una bella risata!

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